La morte corre sul fiume – Recensione

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La fotografia in bianco e nero di Stanley Cortez, in riferimento al film “La morte corre sul fiume”, prima e unica opera magistrale diretta da Charles Laughton, tiene incollato lo spettatore allo schermo dal principio fino all’ultimo istante.
Ogni nitido fotogramma è mera arte a tal punto da rasentare la perfezione. Ci si ritrova dinanzi un susseguirsi di sequenze ipnotiche dove ogni elemento scardinato salta all’occhio, dove ogni dettaglio è curato nei minimi particolari.

Laughton orchestra e plasma, con dovizia, ogni singola interpretazione alla macabra scenografia.
Le luci sono ubicate quasi in maniera ossessiva: si denota l’influenza del cinema espressionista, richiamato maggiormente nella scena in cui Willa Harper (Shelley Winters) appare “laggiù, nel punto più profondo, con i capelli sciolti e ondeggianti come acque mosse dalle alghe del fiume”.

La vicenda narrata nel film, trasposizione cinematografica del romanzo The Night of the Hunter di Davis Grubb, ha luogo nella Virginia Occidentale degli anni 30’. Ben Harper (Peter Graves) nasconde un gruzzolo di diecimila dollari e ne confida la collocazione ai due figli, Pearl e John, rispettivamente di cinque e di dieci anni. Il bottino è frutto di una rapina in banca, che ha causato la morte di due uomini, motivo per cui Ben viene condannato a morte. L’uomo, prima di morire, divide la cella con Harry Powel (Robert Mitchum), falso predicatore evangelico, che una volta uscito dal carcere ricorrerà a ogni mezzo illecito pur di accaparrarsi il denaro.
Il lungometraggio, girato nel 1955 per lo più in un mese, si configura come un’aspra critica nei riguardi della componente fanatica religiosa cristiana, dei sedicenti millantatori, nello specifico del sud degli Stati Uniti. Un’invettiva nei confronti di quei falsi profeti, che predicano bene, ma razzolano male, dei lupi travestiti da agnellini.


Il Robert Mitchum, che pochi anni dopo sarà lo spietato avversario di Gregory Peck nel film Cape fear (1962) diretto da J. Lee Thompson, ricopre impeccabilmente i panni di un personaggio brutale e senza scrupoli. Riveste il ruolo di chi attende o “colloca” il nemico nel fiume (Ohio)…della paura.

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